“I ricordi, gli eventi , la storia si succedono e trovano legittimazione nel tempo, fintantoché ti accorgi d’essere quello che sei: uno strano ricercatore di sintomi, scopritore e creatore di mondi mentali affidati al tenue filo d’una comune affinità. E’ possibile restare al “voto” del fanciullo che vola nel vento?
Continuo a chiedermelo ora che vivo nel babelico ventre del leviatano, nella megalopoli reticolare fatta di memorie storiche, ma anche di vomiti di cemento armato. Invano cerco le orme di un tempo, fatalmente negate dalle astruse costruzioni, tra rumori inumani e ritmi frenetici.
E’ cosi che divengo creatore di nuove tracce, narrandole al tempo del vento e alla luce della memoria; i segni che traccio, le velature infinite, sono nuovi segni emergenti. In esse coagulo le ombre di un gesto che fatalmente flette su se stesso…
Ritorno ad essere il fanciullo che libero e felice scorazzava tra le sue montagne. Non cerco più l’orma. Sono io stesso animale che affida alla terra l’orma sottile.”
Narrando dell’Orma di Ernesto Saquella
|